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Barolo Prapò 2015 Ceretto

115,00 

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Il Barolo Prapò di Ceretto si presenta nel bicchiere con un colore rosso rubino denso. Si nota anche una transizione di colore verso il rosso granato ai bordi. Dopo la prima roteazione, questo vino rosso rivela un’elevata densità e pienezza, evidente nelle forti vetrate ai bordi del bicchiere. Al naso, questo vino rosso Ceretto presenta tutti i tipi di mirtilli, ribes nero, gelsi e more. Come se non fosse già impressionante, si aggiungono anche cannella, spezie di pan di zenzero e fave di cacao. Al palato si apre meravigliosamente asciutto, corposo e aromatico. Al palato, questo potente vino rosso è caratterizzato da una consistenza incredibilmente carnosa e densa. Nel finale, questo vino rosso da conservare della regione vinicola piemontese delizia con la sua bella lunghezza. Ancora una volta, si avvertono note di ribes nero e gelso.

“La terra, la terra, la terra, la terra e poi ancora la terra”, scriveva Luigi Veronelli: questa è la stessa filosofia che la famiglia Ceretto ha sostenuto in particolare a partire dagli anni ‘60, quando Bruno e Marcello hanno iniziato ad affiancare il padre Riccardo nell’azienda da lui fondata negli anni ‘30 ad Alba. Il loro obiettivo era chiaro: selezionare le vigne nelle posizioni storicamente più valide e vinificarne le uve singolarmente.
Un’idea avuta durante un viaggio in Borgogna, ma soprattutto un’idea che con il tempo avrebbe dato loro ragione e che avrebbe portato le bottiglie dei Ceretto nell’olimpo dell’enologia mondiale, rendendo il Barolo e il Barbaresco tra i vini più apprezzati al mondo. Un’intuizione fondamentale, una vera e propria rivoluzione per un territorio in cui il concetto di cru era allora totalmente sconosciuto.
Oggi, a oltre quarant’anni di distanza, la famiglia Ceretto è uno dei maggiori proprietari di vigneti del Piemonte, con più di 160 ettari situati principalmente nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le DOCG Barolo e Barbaresco.
Tra i filari, sotto la direzione di Alessandro Ceretto è stato centrato nel 2015 l’obiettivo della certificazione biologica, per cui le viti sono allevate nel pieno rispetto di ambiente ed ecosistema, non conoscono diserbanti chimici e vengono curate con trattamenti minimamente invasivi. Uve di nebbiolo, arneis e riesling renano, poi anche di cabernet sauvignon, merlot e syrah, e ancora di dolcetto, barbera e moscato, arrivano in cantina per essere trasformate in Barolo, Barbaresco, Langhe Arneis DOC, Dolcetto d’Alba, Barbera d’Alba, Moscato d’Asti e Barolo Chinato.
Etichette, partendo dal “Blangé” per poi passare al “Monsordo”, al “Piana”, al “Rossana” e al “Bernardina”, che rimandano tutte al nome di “Ceretto”, nelle Langhe piemontesi di certo uno tra i più prestigiosi quando si parla di vino. Un nome che è diventato ormai sinonimo di attenzione, di ricerca e di etichette che esprimono un’alta identità territoriale, esaltando il vero carattere varietale delle uve con estrema purezza e raffinata eleganza.